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Il Balon a Torino esiste dal 1857, è sempre stato lo storico mercato delle pulci della prima capitale d’Italia.

Si svolge ogni sabato in uno dei quartieri più suggestivi della città e, ogni seconda domenica del mese, va in scena l’edizione più grande, con oltre 350 espositori, chiamata Gran Balon.

Il mercato del Balon si è sempre svolto nel quartiere Borgo Dora e si estende tra le vie Borgo Dora, Lanino, Mameli e Canale Molassi.

L’andamento curvo dei fabbricati di Via Borgo Dora non è casuale, ma è il segno lasciato dal “Canale dei Molassi”, che fino al 1962 scorreva in questo borgo.

L’intero quartiere di Torino, per la notorietà dello storico mercato delle pulci, viene oggi chiamato dai torinesi comunemente “Balon”. Una tradizione che ha plasmato l’intera zona che arriva oggi ad ospitare decine di negozi di antiquari, di riuso, botteghe di artigiani restauratori, corniciai, il tutto intermezzato da deliziosi ristorantini, tipici bar torinesi e locali multietnici, dato che il quartiere è uno dei più multiculturali di Torino.

È il posto giusto a Torino se siete amanti dell’antiquariato, del vintage e di tutto quello che è riuso, restauro, oggetti d’epoca e, da non sottovalutare, di un ambiente giovanile, informale.

E’ un luogo dell’anima – scomodando James Hillman – in cui si può rovistare in una bancarella gomito a gomito con il famoso notaio della città o la star della TV o del cinema in cerca di oggetti d’arte, così come con la persona comune che scambia i pezzi in più della propria collezione con qualcosa che la completi.

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Dal film di Comencini – La Donna della Domenica – Jacqueline Bisset e Jean-Louis Trintignant al Balon. Il commissario Santamaria è interpretato da Marcello Mastroianni.

Il Cinema, infatti, ha preso tante ispirazioni da questo luogo e vi ha girato alcune scene, tra cui come non ricordare la scena de “La Donna della Domenica” di Luigi Comencini in cui Marcello Mastroianni e Jacqueline Bisset indagano curiosando tra i banchi dei rigattieri del «mercato delle pulci» di allora o quella in cui l’attrice francese è insieme a Jean-Louis Trintignant seduti nel depor di uno dei tanti bei bar che popolano il quartiere.

Il Balon ha fatto passi da gigante da quando Fruttero e Lucentini descrivevano nell’omonimo libro da cui è stato tratto il film: «Oltre l’androne cavernoso e zeppo di mobili rotti c’era un grande spiazzo a cielo aperto, dove i mobili ancora più rotti e inutilizzabili, frigoriferi fuori uso, crollanti scaffalature e imputriditi banconi da negozio, casse e cassoni d’ogni genere, si accatastavano in lunghe file sotto rugginose pensiline di lamiera. Erano lì in attesa principalmente di essere demoliti, ma l’ ingresso per gli eventuali compratori era libero».

Il Balon, oggi, assomiglia ad una piccola Mont Martre ed è uno dei luoghi più trendy di Torino sia per hipster in cerca di un ambiente a loro misura sia per gli amanti di tutto quanto sia riutilizzabile e che possa abbellire la casa, il giardino o, perché no, arricchire la nostra cultura.

La copertina del Libro dei due autori torinesi

Ma da dove arriva questo curioso nome per un mercato delle pulci?

L’etimologia del toponimo “Borgo del pallone” è molto antica ed è riconducibile a molteplici interpretazioni tra cui anche al termine piemontese balon che significa, appunto, “pallone”.

Tuttavia, sin dall’epoca medievale quest’area era nota come burgum ad pillonos, da cui potrebbe essere derivato, storpiandolo, il nome “Borgo del Pallone”. Nel Seicento, infatti, risulterebbe esserci stato un luogo denominato “Osteria del Pallone” che potrebbe essere stato un ritrovo di persone attratte nel borgo per motivazioni ludiche.

Secondo quanto riportato da una carta topografica francese risalente al periodo dell’Assedio di Torino del 1706, il “Borgo del Pallone” risultava già allora tradotto in Faubourg de Balon. Questa testimonianza, tra l’altro, smentirebbe la più diffusa e fantasiosa interpretazione sull’origine del nome, che la vorrebbe ricondurre al primo decollo di una mongolfiera, evento accaduto soltanto parecchi decenni più tardi.

L’ipotesi di matrice prettamente popolare legata alle attività ludiche, la si potrebbe ritrovare anche in riscontri riconducibili all’inizio del ‘900, facendo derivare il toponimo dall’abitudine degli operai delle vicine concerie che si ritrovavano a scommettere presso uno sferisterio e bocciofila, di cui rimane la sola facciata nella vicina via Cigna, recante scritto “Giuoco Bocce”. L’origine del nome potrebbe coincidere col detto piemontese Andoma a gieughe al balon (ovvero: “andiamo a scommettere sulla partita di pallone elastico”).

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Uno scorcio del magico borgo durante il Balon

Il mercato dell’antiquariato della Città di Torino, sia nella edizione di ogni sabato (il Balon) così come quella di ogni seconda domenica del mese (Gran Balon) è organizzato a partire dal 1987 dall’Associazione del Commercianti del Balon (www.balon.it) a cui ci si può riferire per informazioni, per poter esporre e per tutti gli eventi collaterali che animano il Borgo.

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